Archivi delle etichette: locali

Underground: cheap and chic style

La folgorazione odierna riguarda l’ambiente di lavoro; nell’immaginario collettivo, la banca (intesa come locali nei quali viene svolta l’attività), è vista come un ambiente formale, rigoroso, strutturalmente algido. Questa visione viene senz’altro alimentata dal cinema, soprattutto americano, dove le banche sono rappresentate da enormi saloni con poltrone in pelle e palme nane sparse qua e la, quasi a rappresentare oasi nel burrascoso mare del credito.

Peraltro, senza scomodare i colleghi oltreoceano, basta entrare nelle filiali più importanti, le sedi ad esempio, anche di piccoli istituti locali, per  vedere ambientazioni degne di rinomate riviste di architettura.

Poi ho guardato la mia filiale, ed ho capito una cosa: l’ambiente è decisamente grunge, underground per certi aspetti.

Il percorso si fa insidioso sin dall’inizio: pesanti porte di vetro temperato formano una sorta di gabbia che, nel periodo estivo, diviene un micidiale forno a microonde, dentro il quale soccombono insetti di vario genere e clienti un pò troppo riflessivi; tra quelle spesse pareti di vetro ho visto con i miei occhi, un cliente che, in un momento di confusione, si è spalmato contro quella che riteneva essere l’entrata, mentre questa era una parte perfettamente immobile; il segno della fronte è ancora stampato a monito delle generazioni future.

Una volta entrati non troverete poltrone di pelle e tantomeno palme nane, ma alcune discutibili fioriere contenenti specie rare di piante lacustri, dal lungo stelo sbilenco e dalle foglie estremamente aguzze. Quando l’azienda che si occupa della loro manutenzione ritarda un pò troppo, la natura tende a prendere il sopravvento e quelle che sembravano innocue piante da ufficio, crescono a dismisura e si trasformano in micidiali macchine da tortura: non si contanto i clienti dispersi nella selva e quelli che hanno riportato danni permanenti alla retina dopo un incontro ravvicinato con il funesto vegetale. Di questi contenitori io adoro soprattutto i sassolini che si usano al posto della terra: sono portentose munizioni da utilizzare contro i colleghi che si fanno cogliere distratti e disarmati; una leggenda, che si tramanda da intere generazioni di bancari, vuole che queste piante non debbano mai e poi mai essere annaffiate al di fuori della manutenzione periodica, pena  la loro immediata dipartita. A onor del vero devo dire che, nonostante il nostro pieno rispetto del dettame, non mi pare che i secchi vegetali vogliano darci la ben che minima soddisfazione.

Nei prossimi posts verrano affrontati almeno altri temi spinosi, che non svelo per lasciare il giusto pathos, ma che accenno appena: le sedie, il soffitto e l’archivio.

Ed ho già detto tanto.